Networking e Personal Branding

Ci siamo già detti quanto siano importanti contenuto, visibilità e credibilità per il personal branding. Con il concetto di visibilità diventa implicito che il personal brand non emergerebbe in un contesto di isolamento e solitudine, anche perché si parla di personal brand per identificare ciò che noi siamo rispetto al nostro pubblico. Le nostre competenze verticali (o hard skill), unite alle competenze orizzontali (o soft skill) e alla nostra modalità unica di agire ci identificano agli occhi di chi ci conosce. Le stesse caratteristiche, quando emergono attraverso le nostre reti online e la nostra presenza pubblica, ci potrebbero aiutare ad attrarre nuove opportunità professionali, sociali e politiche.

Risulta fondamentale lo sviluppo dell’abilità di fare rete: una capacità innata in alcuni, latente in altri. Si tratta della nostra capacità di instaurare, coltivare e mantenere delle relazioni.  Per immaginare visivamente una rete di relazioni siamo abituati ad usare una ragnatela o schemi che vedono uniti puntini nello spazio a rappresentare i nodi connettori. Potremmo anche immaginare un cielo pieno di stelle, a rappresentare ciascuno di noi con il proprio personal brand, e come interconnessione a rappresentare il networking e l’appartenenza ad una rete una costellazione.

Parlando di networking con Paola Bonomo, mi ha ricordato di una sua intervista rilasciata su Girls Geek Life qualche tempo fa ma sempre molto attuale. Abbiamo ripreso alcuni concetti del post “Networking: cos’è e perché è fondamentale per la carriera” che vi invitiamo a gustarvi per intero.

“Il nostro network è semplicemente l’insieme delle persone che ci hanno visto all’opera e hanno un parere professionale su di noi. La rete delle nostre relazioni professionali, il nostro network, è quasi sempre il nostro trampolino di lancio (e a volte la nostra rete di salvataggio).

Il network è diverso dalla casta, tanto quanto una “recommendation” all’anglosassone (obiettiva, comparativa, basata sui risultati che avete portato) è diversa da una “raccomandazione” all’italiana.

I network sono basati sullo scambio di informazioni, consigli, opinioni, coaching, mentorship, contatti, attenzione.”

Insomma sembra che fare rete implichi l’abilità di far circolare energia positiva a diversi livelli: dare senza pretendere subito qualcosa indietro, ma sapendo anche chiedere quando è necessario farlo.

Paola esprimeva con chiarezza questo scenario già nel 2010. Oggi è stata nominata “One of the 50 most inspiring women in European Tech for 2015″.  Complimenti Paola!

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9 comments on “Networking e Personal Branding

  1. Martina ha detto:

    grazie a tutti per i vs commenti che condivido in pieno.
    Il mio quesito nasce dal fatto che causa crisi o opportunità ho visto persone vicine a me che si sono rimesse in gioco creando una impresa. Impresa nata in tempi difficili, senza un padre alle spalle e senza capitali fissi. Questa azienda per vivere deve parlare con il mercato per cui creare clienti. La cosa più difficile è quella che spesso i clienti preferiscono lavorare con l’azienda conosciuta oppure chiedono track record. Allora io mi chiedo, in questo caso come fa questa realtà creare un network, un network che poi si trasformi in clienti/opportunità?

  2. Gloria Vanni ha detto:

    Martina, credo che una soluzione sia trasferire, in parte, sul mondo digitale ciò che una volta si faceva solo nella realtà, ovvero bussare alle porte di chi senti disponibile a parlare di te.
    Il web è un ambiente in più dove creare connessioni e conoscenze che poi, a mio avviso, si devono trasformare in reali. Conoscersi di persona, fare networking reale è ciò che alla fine ognuno di noi, sconosciuto o meno, desidera, vuole, ha necessità. Non c’è nulla di meglio del guardarsi negli occhi e ascoltare una voce e… sbaglio?

  3. gabriella amatori ha detto:

    Martina post scriptum: CREA NUOVE IDEE INNOVATIVE guarda nel quotidiano cosa manca o cosa si riesce a migliorare e crea una nuova attività o migliora quella che stai facendo.

  4. Emanuela Ciuffoli ha detto:

    I network funzionano anche come sciami seguendo movimenti che partono da variazioni di intensità. La connessione c’è, è diffusa tra gli elementi e popola l’aria 😉

  5. gabriella amatori ha detto:

    Interessante questo argomento che il network è diverso dalla casta, tanto quanto una “recommendation” all’anglosassone (obiettiva, comparativa, basata sui risultati che avete portato) è diversa da una “raccomandazione” all’italiana.

    I network sono basati sullo scambio di informazioni, consigli, opinioni, coaching, mentorship, contatti, attenzione.”
    Assolutamente d’accordo soprattutto da quando con Voi sto facendo questo percorso.
    Grazieeee !!!

  6. ILE ha detto:

    Vorrei rispondere al commento precedente di Martina, molte delle donne che si sono iscritte al progetto She Factor stanno, come me e te, cercando nuove opportunità di lavoro iniziando nuovi percorsi. Per me le parole d’ordine sono ascoltare e studiare, non ci sono formule per guadagnare la fiducia degli altri in qualsiasi lavoro e nemmeno nel web.

  7. Gloria Vanni ha detto:

    …I network sono basati sullo scambio di informazioni, consigli, opinioni, coaching, mentorship, contatti, attenzione… Fare rete implica l’abilità di far circolare energia positiva a diversi livelli: dare senza pretendere subito qualcosa indietro, ma sapendo anche chiedere quando è necessario farlo…

    Idee e parole molto interessanti, Francesca!

  8. Martina ha detto:

    Condivido in pieno il post sul networking, ma vorrei sapere da voi una cosa.
    Nel momento in cui una persona inizia un’attività, non necessariamente un ragazzo ma anche un 40enne che si reinventa in un settore diverso dal precedente, che non ha referenze e che non ha contatti con persone che hanno lavorato con lui in questo nuovo settore, come deve operare?
    La stessa domanda la rivolgo al ns giudice Paola con riferimento all’azienda. Come fa una piccola azienda “neonata” da giovani imprenditori, senza le spalle coperte, a guadagnare la fiducia del mercato, visto che non ha referenze, nè track record?

    1. gabriella amatori ha detto:

      Martina, non affossarti su queste credenze, sappi che nel mio caso come tante altre persone e aziende, in questi ultimi anni, si sono trovate ad affrontare il cambiamento radicale del mercato e della società (tutti la chiamano crisi invece che opportunità). Pensa che una volta i miei clienti “entravano da soli” nel mio studio mentre ora me li devo cercare, nonostante io abbia uno storico di cose eseguite e di professionalità da vendere. Pertanto non ha più importanza esperienza o meno ma ciò che sei e la Tua credibilità.
      Questa opportunità che ci è stata data e lo scambio di informazioni tra di noi, per me è una grossa opportunità di conoscenza e di crescita.

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